dramaQueen · fingendo la poesia · ho ucciso paranoia · la verità che ricordavo · lasciami leccare l'adrenalina

may

il temporale mi viene in soccorso.
dopo il nero sporco nella mente di queste giornate
un vento gelido è arrivato a liberarmi dal veleno col quale nutro i pensieri.
l’aria fredda profuma di pioggia e il suo ritmico incedere calma la mia carne isterica.
i tuoni mi rilassano i nervi e lascio che il vento mi abbracci.

ti ho atteso.
may come maggio.
may come potere.
may, come una possibilità.
e ora è maggio
e posso tornare a sorridere.

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sideways

non mi ci voleva.
memories time. stavolta come un lampo nel cielo sereno.
una mazzata in pieno petto.

questa è febbre.

troppe facce mi investono inaspettatamente.
troppi rancori. troppi vaffanculo ingoiati.
troppe delusioni a schiaffo sulle guance ormai livide.

non riesco a rilassare i muscoli,
i pugni strettistretti con le unghie che lacerano la carne
e quella profonda ruga di disappunto sulla fronte che non vuole distendersi.

mi manca l’equilibrio.
sto pericolosamente andando fuori strada.

maggio, dove sei?

citizen cope _ sideways

sounds like · sweet soul music

sweet soul music #10

siamo nel 1965 e Smokey Robinson lavorando su un’idea musicale di Marv Tarplin scrive The Tracks Of My Tears assieme alla sua band, i The Miracles.

il testo potrà essere triste, la narrazione potrà essere dolorosa,
ma niente – niente – mi mette di buon umore come queste canzoni.
forse ‘buon umore’ non è il termine corretto, ma sicuramente ci si avvicina..
entro in modalità ‘sorriso mentale’, e diamine se ne ho bisogno.

smokey robinson & the miracles _ the tracks of my tears

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eredità indesiderata

il fatto è: ormai non so più affrontare i problemi.

chiedevo solo equilibrio.
cercavo solo equilibrio.
non in eterno. no.
solo qualche giorno. per calmare i nervi, per placare l’umore, per mettere a fuoco.

in un momento passato inosservato a un certo punto della mia vita ho annientato quella eda forte, spavalda alle volte, impossibile da piegare o spezzare.
morta.
ora resta solo rabbia ansia e lacrime.
è il panico. e vince sempre.
quando anche solo un’idea basta a mandarmi in confusione.
le emozioni sono travolgenti
il battito cardiaco aumenta
il sudore freddo bagna la fronte
un fischio ovattato nelle orecchie
il sangue gelato nelle vene
la bocca secca
la nebbia negli occhi
l’isterismo sulla pelle
l’immobilità dei muscoli.

devo aver assimilato questa condizione dal lato femminile della mia famiglia.
solita fortuna, al posto di prendere la peluria bionda, o le caviglie piccole..

quindi non so più affrontare i problemi.
sono sempre stata fragile, ma anche abilissima a nasconderlo.
quante volte inside mi sono sbriciolata all’istante
mentre outside fieramente sfoggiavo la mia armatura in adamantio?

dov’è quella eda? dove?!
ora qualcosa è cambiato. qualcosa si è rotto.

tarot

XIV. la Temperanza

è il tempo della guarigione.

la Temperanza si rivela, carica di intuito, dispensatrice di vita e conoscenza.
moderazione e dolcezza sono la chiave
armonia e purificazione sono il successo.

XIV_temperance

mi lascio curare dal suo fluido vitale.
sensitività, spirito e ragione
trovo l’equilibrio e seguo il fluire della vita.

la verità che ricordavo · lasciami leccare l'adrenalina

rise and shine

latito da un pò. non solo dal blog, ma dalla vita stessa.
potrei trovare mille scuse
e alcune sarebbero effettivamente giuste motivazioni per la mia misantropia acuta,
ma nella realtà avevo solo bisogno di starmene sdraiata.
immobile.
a leccarmi le ferite.
a compatirmi per bene.

l’imminente scadenza della patente mi ha obbligata convinta a rimettermi in piedi.
così torno alla vita, accetto la luce di marzo, mi godo ancora gli sciarponi
e attendo maggio per completare la mia rinascita.
I just need to feel myself again.

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sweet soul music #8

provo un affetto profondo per l’arte di Marvin Gaye, mi emoziona sempre.
nel 1968 esce la sua registrazione di I Heard It Through The Grapevine, brano già uscito sempre per la Motown Records ma inciso dal gruppo Gladys Knight & The Pips nel 1967.
questa versione è leggermente velocizzata, esattamente come nella cassetta.

ora shhhhh. canta Marvin.

marvin gaye _ I heard it through the grapevine

dramaQueen · ho ucciso paranoia · overdose di caffè

giornodopogiornodopogiorno

eee sono ufficialmente invecchiata.

era nell’aria da giorni ma poi è arrivato a tradimento mentre ero disattenta
il compleanno.
un anno più vecchia.
il concetto è ‘cazzomene’ che tanto io quando mi chiedono l’età sono ferma ai 26 da un paio d’anni ormai.. non per fare la figa gggiovane, no. ma perchè quell’anno ho detto la mia età più volte in assoluto, complice la moltitudine di colloqui di lavoro fatti, e sto 26 mi è rimasto fisso tra le risposte automatiche salvate nel cervello.
un pò come succede con la data fino piùomeno a marzo: per quanto tu sia cosciente che si tratti del 2016 continuerai a scrivere 2015 per mesi.

diciamo che sono sempre io, ugualeugualesputata alla me di due giorni fa..
un paio di rughe hanno già preso la residenza sul mio viso da tempo, per dire
e tragici capelli bianchi fanno ciao nei momenti meno opportuni da un numero di anni a doppia cifra.
aggiungiamo anche che la pazienza è evaporata che ero ancora una giovane donzella.
forse tra le news della vecchiaia ci posso mettere troppa carne che si è parcheggiata nelle mie curve,
la mia umanità che è ai minimi storici
e l’emotività che è alle stelle.

ma il tempo passa e niente accade. da anni ormai.

la verità che ricordavo · sounds like · sweet soul music

sweet soul music #7

inchiodata tristissima e sdolcinata con Otis Redding.
siamo nel 1968 e questo brano, come molti altri singoli di successo dell’artista, viene pubblicato postumo, registrato solo pochi giorni prima della morte.

nel testo di questa canzone ci annego un pò, vissuto da vicino e abbracciato a malincuore, mi fa ricordare di quella me un pò ingenua, un pò romantica, un pò masochista.

otis redding _ I’ve got dreams to remember

la verità che ricordavo · ubriaca d'acqua

non farmi aspettare. not anymore.

è stata chiamata.
è stata voluta.
e lei si sente in diritto di non smettere, non ancora.
piove ininterrottamente da ieri.
piove e il cielo ha finalmente quel colore innocuo per gli occhi.
la terra bagnata profuma di promesse.

io, invece, sono ancora in attesa di te, neve.
sono inquieta. e il tuo silenzioso e calmo adagiarti potrebbe anestetizzare la mia pelle nervosa.
sento il bisogno profondo di respirarti.

vieni a coprire i difetti
ammorbidisci le imperfezioni.
aggiungi un’altra sfumatura di grigio a questa scena.

rendimi ubriaca.
ubriaca d’acqua.

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paint me another soul, please.

buio nella stanza.
solo una sigaretta accesa che colora il nero di questa serata.
Verdena nelle casse.

barattoli

la voglia di creare. il bisogno, di creare.

dipingimi
distorto come un
angelo anormale
che cade

immagini mentali di quadri mai visti.
incomprensibili. deformi. confusi.

abbandonando la casa vuota, in direzione dello studio, mi lascio avvolgere dall’inverno.

uno stanzone gelido con una stufa dispettosa in ceramica.
il freddo non è cattivo consigliere e stasera non mi fermo.

se in vena scorre
lei piano corre da me
tu tu mi spegni
se sei tu
che mi vuoi fuori di me
è giusto sai
sentirti come me…
qui

raccolgo i capelli con un pennello.
stasera voglio sporcarmi.

una base nera.
poi verde.
sempre più acido.
sentire i colori sotto le dita, sulla pelle, rende tutto vivo.

sembra caotico.
musicale.

scrivo brevi incantesimi con le dita.
e piango. mentre con le mani sporche aggiungo dettagli inutili.
piango. senza pensare al motivo.
piango in un momento di sfogo.
rido.

la vertigine in volo
nessuno saprà mai
che in questo cielo
dovrò concluderti
nel blu

lentamente la stufa si spegne e i Verdena sono ormai stanchi di suonare.
è notte tra le strade.

mi sento osservata, in silenzio. e con ancora qualche lacrima nascosta nel viso corro a casa.

la nebbia è un muro denso.
chiudo gli occhi.

perchè sei ancora nella mia testa?
vedo i tuoi tratti negli spigoli che sfioro.
sento il tuo profumo nella nebbia.

vorrei credere
che non ci sei
nelle lacrime
forse tu ci sei
ma non ci sei
vorrei spegnermi

chissà perchè la notte amplifica le emozioni.

il colore fatica ad andarsene dalle mani.
le sfrego per eliminare tutto lo sporco che mi sento dentro.
forte. fino a farmi male.

morfeo rapidamente mi richiama a se.
e sogno.
sogno di sguardi che non ricambio.
sguardi rubati.
sguardi nascosti.
di persone nascoste.
nascoste nel buio. oltre.

se la mia pelle è in fumo
la tua soffoca

tremo.

edatrepuntosette

photo credit: danaeL

ho ucciso paranoia · sounds like · sweet soul music

sweet soul music #6

secondo brano di Sam Cooke nella compilation, anno 1962.
è inutile, puoi provarci quanto vuoi ma non puoi non muovere una qualsiasi parte del corpo sentendo queste note.

[e oggi scopro, con grandegrandissimo fastidio, che un notoquantoodioso programma televisivo utilizza questa canzone come sigla.
come ti rovino un brano fantastico. Rancore.]

sam cooke _ twistin’ the night away

lasciami leccare l'adrenalina · tarot

VII . il Carro

è il momento di riuscire.
no more wait.
no more hesitate.

mi sono lasciata confondere
e ho pensato di avere tempo. tuttoiltemponecessario.

me. questo è il mio obiettivo. ora è chiaro.
mi armo di determinazione e autocontrollo e concentrazione e rapidità.
lascio cadere tutto ciò che non serve.

non ho sicurezza. non ho credenze.

il Carro mi suggerisce equilibrio, stabilità.
affina il mio intuito e riunisce tutte le me presenti in un fronte comune.

VII_the Chariot

il Carro mi annuncia vittoria, se saprò credere nelle mie capacità.
e io lascio che mi condizioni e mi porti al successo.

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sweet soul music #4

la quarta canzone è di Smokey Robinson, autore e produttore [ma non solo..] dei Temptations
che incidono il brano nel 1964.

ah, Detroit..
ah, la Motown Records..

..I’ve got sunshine on a cloudy day,
when it’s cold outside I’ve got the month of may.

the temptations _ my girl

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Ænima

uuuh purificazione in atto.

qualcuno doveva pur prenderla questa decisione. again.
evitare per non suscitare domande, beh, non ho più intenzione di accettarlo.
da ora i punti interrogativi saranno solo cazzi tuoi.
byebye.

the only way to fix it is to flush it all away

e io ci sguazzo dentro alla sua voce alla sua catarsi alla sua anima.

tool _ Ænima

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sweet soul music #3

il terzo pezzo di questa raccolta è una canzone degli anni ’30,
ma rifatta nel 1966 da Otis Redding, artista fantastico che ci ha lasciati troppo presto.

di Redding in questa musicassetta ci sono diversi pezzi perciò non vi annoio oltre con altre parole
e vi lascio con

..gotta try nah nah nah, try, try a little tenderness, yeah..

otis redding _ try a little tenderness

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reminisce

ci sono notizie che ti cambiano la giornata.
again. and again. and again.

partendo da un qual certo scazzo che aleggiava sin dal mattino
sono improvvisamente incappata in una notizia da occhi a cuore.
per una serie di motivi intimiintimissimi leggere l’annuncio di un concerto oggi mi ha cambiato l’umore.
si, le mie giornate non sono così piene ultimamente
perciò mi ritrovo a provare un bel tot di piacere per notizie di non così grande importanza.
subito dopo la bella notizia e l’esaltazione per i progetti mentali partiti a razzo
[tanto che in neanche 3minuti sapevo già pure come mi sarei vestita!]
è arrivata la presa di coscienza: non me lo posso permettere.
e qui la mia giornata è cambiata di nuovo annegando nella tristezza.
in rapida successione sono sprofondata nell’incazzatura perchè son senza un lavoro da una vita ormai,
e, infine, sono approdata alla rassegnazione.
occhei. lo so. in questi giorni sono leggermente iperemotiva.
diamo la colpa agli ormoni, scusa universale per ogni follia inspiegabile tutta al femminile.

mi consolo con un pezzo tratto da ‘1st born second‘ uno dei miei album preferiti in assoluto.

bilal _ reminisce

sounds like · sweet soul music

sweet soul music r.i.p. edition

interrompo brevemente la sequenza di canzoni della mia cassettina preferita
per inserire un brano in ricordo di Otis Clay,
soul man della storia rhythm and blues/gospel, morto pochi giorni fa.
uno degli ultimi pezzi di storia ad andarsene..
godetevi un suo brano del 1991.

otis clay _ I die a little each day

dramaQueen

confessioni inconfessabili

sottotitolo: cose che non dovrei dire per non spaventare-schifare laggente,
ma tanto voi non mi conoscete quindi stosserena.

partiamo col dire che non considero l’aspetto fisico un elemento fondamentale per farmi piacere una persona, soprattutto non essendo io una silfide, e manco lontanamente una Belen [e, oserei, per fortuna], che poi la gente mi dice che son selettiva e che non me lo posso permettere. calmi, già lo so.
però a chi non è capitato di dire durante un film che
si, Josh Duhamel è un figo
o che
si, Kate Beckinsale è una topa
..? a tutti.
se non loro, scegliete a caso della gnocchitudine personale che tanto il concetto è quello.

e quindi ora vi sorbite i miei gusti personali su persone che per ovvi motivi non posso conoscere se non per l’aspetto fisico. anche se ..vorrei potervi parlare di come mi sono innamorata del loro inside nelle serate passate a chiacchierare davanti al fuoco con della molta birra a disposizione.
ma io sono io e quindi sta gente non arriverò mai a conoscerla se non magari facendomi uno dei miei classici voli acrobatici davanti a loro. per la serie ‘quello che conta è la prima impressione’.

diciamolo ..ho sempre avuto la passione per uomini bizzarri e, devo ammetterlo,
pure un pò bruttini-inquietanti alcuni, ma certe passioni restano passioni nomatterwhat.
che poi non è vero che sono tutti brutti, che i fighi piacciono anche a me.

ho sempre preferito un Valerio Mastandrea a Gabriel Garko, per dire.
un Libero Di Rienzo a Riccardo Scamarcio
un Gabriel Macht a Ryan Goslin
un Michael Fassbender a Chris Hemsworth.

nello sport i miei gusti sono già un pò più umani anche se non largamente condivisi,
tipo che preferisco un Carlton Myers a LeBron James
un JJ Redick a Cristiano Ronaldo
un Rashard Lewis a David Beckam.

per chissà quale disagio giovanile, non mi innamoravo di personaggi come Simon Le Bon,
Mark Owen, Nick Carter o Nek.
no. io mi innamoravo di Keith Flint, per esempio.
o Twiggy Ramirez.
o Jonathan Davis.
o della sagoma di Manuel Agnelli.

si ok ho avuto anche quegli amori molto pop per Mark Paul Gosselaar e Brian Austin Green..
non è che ero proprioproprio tutta sta stranezza da gagna.

eppoi ci sono gli over: quelli che potrebbero essere miei padri o, esageriamo, miei nonni, tipo che trovo Eugenio Finardi sexy, così come Mandy Patinkin.
un eventuale Victor Garber e un giovane Ozzy Osbourne non mi spiacerebbero.
preferisco un Ricky Gervais e un Ken Olin a un George Clooney.
e aggiungiamo anche un Robert Redford che non guasta mai, ma da dividere con mia madre..
a domande da femminaacaccia tipo ‘un uomo di spettacolo che ti fa sesso?’ potrei rispondere facilmente con un Jesse Lee Soffer da arrapamento immediato, scontato, ma anche un Piero Angela, che chissene se ormai ha 130anni, a me piace.

per la categoria women per me vince una Sarah Rafferty milleemille volte contro una Scarlett Johansson, per esempio.
una Allison Janney, col suo stile alla pippoconletette, piuttosto che una Sophia Loren.
se si tratta di bionde preferisco una Patricia Wettig a Marilyn Monroe.
diciamo che una Elisabeth Perkins potrebbe farmi innamorare,
cosa che una Monica Bellucci non farebbe maimaimai in nessun universo.
una Eva Green al posto di una Megan Fox
una Jodie Foster con quell’aria da schizzata mentale che tanto mi piace,
e preferisco una Diane Lane o una Lena Olin a tutte le Emma varie.
infine lei, Katharine Hepburn, considerata per tutta la sua vita una ‘non bella donna’, ma che per me aveva un fascino incredibile, al posto della tanto popolare Audrey che a me proprio non riesce a piacere, neanche per sbaglio.

non nutro un amore incondizionato per tipo i Jhonny Depp del mondo, ho però una passione sfrenata per Brad Pitt quando mastica. e per sua moglie, che non è essenziale che mastichi.

..i veri fighi, beh, che ve lo dico a fare? piacciono a tutti, inutile elencarli.

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primaopoi mi scambieranno per una piromane, già lo so.

c’è urgenza di falò.

mi è capitata tra le mani una vecchia agenda,
con vecchie parole scritte dentro
con vecchie emozioni provate
con troppe persone sbagliate nella mia vita
con bizzarri sensi di colpa scolpiti
con evidenti problemi di autostima leggibilissimi tra le righe.

come lei, altretantetroppe agende racchiudono infinite lagne autodistruttive
robe che a rileggerle mi vengono i peli dritti.

io e la mia fissa del cazzo di sfogarmi scrivendo.

con l’ultimo trasloco ho fatto piazza pulita di ricordi materiali, ho salvato ben poco,
e me ne sono anche già pentita di aver salvato qualcosa.
ma le parole scritte me le sono portate dietro senza neanche pensarci,
un macigno pesante che porto ancora in spalla.
ora ho bisogno di esorcizzare quella cagacazzo che son stata tra quei quadrettirigorosamente4millimetriper4.

come se bruciare quelle parole le mie parole potesse liberarmi da chissà quale catena
che mi tiene legata a me stessa a quella me stessa.

urge del fuoco.
che tanto quelle sensazioni non si possono dimenticare, sono marchiate sulla pelle.